Ripristino di ecosistemi acquatici nelle aree protette di Alpi e Pirenei

La biodiversità in pericolo: Come possiamo fermarne la perdita?

L’ultimo rapporto “Scienza per le politiche pubbliche” raccoglie le prove scientifiche del CSIC sulla perdita di biodiversità, le sue cause e le sue conseguenze, e propone misure per affrontare questa crisi.

Il documento “La perdita di biodiversità nel contesto attuale del cambiamento globale” definisce la biodiversità come la varietà di habitat, specie e diversità genetica, e mette in evidenza i servizi ecosistemici che essa fornisce, come la pollinizzazione, la purificazione dell’aria e dell’acqua, e la regolazione del clima.

I tre livelli di biodiversità. Fonte: documento “La perdita di biodiversità nel contesto attuale del cambiamento globale” tratto da Primack, R. B. (1993). Essentials of conservation biology. Sinauer.

Nonostante la nostra dipendenza da questi servizi, la biodiversità continua a diminuire a un ritmo allarmante. Secondo l’IUCN, più di 46.300 specie sono gravemente minacciate di estinzione, ovvero il 30% delle specie valutate dall’organizzazione.

Uno dei progetti evidenziati nel rapporto per affrontare questo problema è LIFE RESQUE ALPYR, che svolge un ruolo essenziale nel ripristino degli habitat e nella conservazione delle specie in ecosistemi particolarmente vulnerabili.

Cause principali

L’ultimo rapporto “Scienza per le politiche pubbliche” del CSIC identifica cinque fattori chiave, tutti di origine antropica, responsabili della perdita accelerata di biodiversità:

  • Distruzione e degrado degli habitat: la costruzione di infrastrutture, l’urbanizzazione, l’agricoltura e l’allevamento intensivi, la pesca a strascico in acque profonde… Molte attività umane danneggiano o distruggono direttamente gli habitat e, con essi, le specie che vi abitano.
  • Sfruttamento eccessivo delle risorse: l’estrazione indiscriminata di materie prime mette a rischio molte specie.
  • Inquinamento: l’impatto dei pesticidi e degli insetti, nonché l’inquinamento derivante da altri rifiuti chimici e plastici, influisce su tutti gli ecosistemi, in particolare su quelli acquatici.
  • Specie invasive: la globalizzazione ha accelerato l’introduzione di specie esotiche invasive, che eliminano o soppiantano le specie autoctone e alterano l’equilibrio ecologico.
  • Cambiamento climatico: l’aumento delle temperature, le siccità e gli eventi climatici estremi aggravano la situazione.
Fattori di cambiamento e importanza relativa secondo il tipo di ecosistemi. Fonte: IPBES (2019). Summary for policymakers of the global assessment report on biodiversity and ecosystem services.

Conseguenze più importanti

La perdita di biodiversità ha effetti devastanti sugli ecosistemi e sulla società, descritti nel rapporto. In sintesi, essi includono:

  • Disturbo dei servizi ecosistemici: la pollinizzazione, la regolazione naturale dei parassiti, la purificazione dell’acqua e la disponibilità di cibo e farmaci sono minacciati.
  • Perdita irreparabile del patrimonio genetico: specie che hanno impiegato milioni di anni a evolversi scompaiono, e con esse le loro funzioni chiave e insostituibili negli ecosistemi.
  • Effetti a catena: l’estinzione di una specie modifica l’intera rete biologica, provocando la scomparsa di altre specie.
  • Ecosistemi meno resilienti: la semplificazione degli ecosistemi li rende meno capaci di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
  • Impatto sulla salute umana: gli ecosistemi degradati favoriscono la diffusione delle zoonosi (malattie trasmesse dagli animali agli esseri umani) e delle pandemie. Una natura ricca di specie svolge un ruolo di filtro e ammortizzatore, riducendo il rischio di trasmissione di agenti patogeni agli esseri umani. Inoltre, è scientificamente provato che vivere in ambienti naturali sani migliora il benessere fisico e mentale.

LIFE RESQUE ALPYR: un progetto per il ripristino della biodiversità

Di fronte a questa crisi, progetti come LIFE RESQUE ALPYR giocano un ruolo chiave nella conservazione e nel ripristino degli habitat naturali. Questo progetto si concentra sul ripristino degli ecosistemi acquatici di alta quota, in particolare le pozze, che sono state particolarmente colpite dall’introduzione di specie invasive.

Una delle azioni principali del progetto è l’eradicazione delle specie di pesci introdotte nei laghi dei Pirenei e delle Alpi, che hanno portato alla scomparsa degli anfibi e degli invertebrati autoctoni. Grazie a tecniche come la pesca elettrica e le reti, il progetto mira a ripristinare l’equilibrio ecologico degli ecosistemi e a consentire il recupero naturale delle specie. Le pozze restaurate mostrano un miglioramento della qualità e della trasparenza dell’acqua, oltre al ritorno di specie scomparse.

Inoltre, LIFE RESQUE ALPYR porta avanti azioni di sensibilizzazione ambientale per aumentare la consapevolezza del pubblico sull’importanza della conservazione degli ecosistemi montani.

Misure proposte per fermare la crisi della biodiversità

Gli esperti sottolineano la necessità di azioni urgenti da parte dei governi, delle aziende e dei cittadini. È fondamentale promuovere una gestione razionale delle risorse naturali, fermare lo sfruttamento eccessivo delle materie prime e modificare i sistemi di produzione e consumo per ridurre l’impronta ecologica, in particolare limitando lo spreco alimentare e di altre risorse. È anche cruciale regolamentare e ridurre l’uso di prodotti chimici come pesticidi, erbicidi e insetticidi in tutti i settori, promuovendo attività sostenibili e a basso impatto, compreso il turismo.

Inoltre, devono essere attuate regolamentazioni e azioni per conservare e, se necessario, ripristinare gli habitat naturali come le foreste mature, le zone umide e le praterie sottomarine. L’uso di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, l’ADN ambientale e la rilevazione satellitare, può migliorare il monitoraggio della biodiversità e consentire azioni più tempestive. Infine, incoraggiare una responsabilità condivisa tra governi, aziende e cittadini è fondamentale per garantire politiche ambientali ambiziose e sostenibili che bilancino la protezione della biodiversità con le necessità delle zone rurali.

Il documento “La pérdida de biodiversidad en el actual escenario de cambio global” è stato coordinato da María Begoña García (IPE-CSIC), Mario Díaz (MNC-CSIC), Daniel Oro (CEAB-CSIC), Esperança Gacia (CEAB-CSIC), Jaime Bosch (IMIB-CSIC) e Paola Laiolo (IMIB-CSIC).

Puoi accedere al rapporto completo tramite questo link.